mercoledì 15 febbraio 2012

Accadde...

M : compongo il numero...squilla libero
S : - ciao padrone
M : (non salutando) - alle 17, solito posto.
S: - sì padrone
M: - dal momento in cui entrerai dalla solita porta, tieni sempre lo sguardo basso e non parlare mai
S: - come vuoi padrone
M: riattacco (senza salutare)

Ore 16. 57 : suona il campanello. (sa bene che ogni minuto di ritardo oltre le 17 è punizione). Do il tiro. Ci sono due rampe di scale. Sento i suoi tacchi colpire i gradini con tono cadenzato, conosce bene quelle scale e so che ha il cuore a tremila mentre sale, anche se le ha salite innumerevoli volte. E' sul pianerottolo. Riesco ad immaginare il momento in cui allunga la mano per spingere il pomello, una mano tremante per l'emozione e per il dubbio se entrare o andare via...ma so che non andrà via...non può...
Si ferma dopo aver afferrato il pomello e... : - posso entrare? (adoro la sua metodicità nel seguire gli ordini appresi in passato, non si dimentica mai)
M: - entra...

Entra in modo deciso...ha lo sguardo al pavimento e so che non parlerà più finchè non glielo consentirò.
Ho preparato due sedie, una di fronte all'altra: le dico di sedersi in quella che è più vicina alla porta e mi metto in piedi dietro di lei. Le guardo i capelli, lunghi, ben ordinati, come sempre. So che lei detesta farseli toccare. Le poso le mani sulla testa ed inizio ad arruffarli, prima lentamente poi sempre più deciso. Posso quasi percepire la sua rabbia, ma so che non opporrrà resistenza, nè protesterà.
Quando ormai i suoi capelli sembrano essere stati i conduttori del 220, li sposto verso l'alto, in modo da scoprire la nuca ed il colletto della sua maglia e li tengo fermi con la sinistra; con la destra inizio ad aprire il primo bottone dei miei 501, poi il secondo, poi il terzo e lo tiro fuori (non porto alcun tipo di mutande da anni). Lo insinuo, molle, tra il colletto e la nuca...sento che lei si irrigidisce un po'...perchè sa già cosa accadrà: lascio uscire un piccolo ma deciso getto di urina che le cola giù per la schiena. Sento che lascia uscire un sospiro. So che vorrebbe reagire...ma non può. Le riporto i capelli a posto. Torno di fronte a lei. Il suo viso è un po' arrossato ed ora respira un po' più velocemente a causa di quello che ho fatto. Sente la schiena bagnata. Ha lo sguardo al pavimento. E' brava...
Prima di rimetterlo dentro, mi avvicino alla sua bocca: sa cosa deve fare: deve togliere la goccia, perchè io non posso sporcarmi. Estrae timidamente la lingua. Pulisce...ora posso rimetterlo a posto...

Mi siedo di fronte a lei: - in ginocchio (le dico)
Si lascia scivolare dalla sedia e si inginocchia di fronte a me. E' una posizione scomoda con i tacchi, ma io non le do il permesso di toglierli.
M: - occupati dei miei piedi...
Lei sa cosa fare. Inizia delicatamente a slacciarmi le scarpe. Sa cosa troverà. Sa già che i miei piedi non sono lavati , per lei...ed io so che lei si ecciterà per questo...accade sempre...ed è per questo che quando mi ha tolto le scarpe (appoggiandole delicatamente sul pavimento, dato che l'unica volta che le ha gettate in modo noncurante, le è costato una punizione), le dico di togliersi la gonna, le calze e lo slip: le scarpe con il tacco NO! E' impagabile vedere che, nonostante la posizione scomoda, si eccita...
Poi con delicatezza inizia a filarmi il primo calzino e poi il secondo...ora si avvicina con il naso...ed annusa...inspira profondamente...diverse volte...
A questo punto devo accertarmi della sua devozione (e so che non rimarrò deluso): mi chino sopra di lei ed allungo un braccio sotto di lei...le mie dita scivolano...è perfetta...
Porto le dita alla sua bocca...lei pulisce...
Si rivolge di nuovo ai miei piedi: prende il destro con le mani (le sue mani sono caldissime), lo solleva fino ad avere la pianta rivolta al suo viso...estrae la lingua ed inizia a percorrere il piede per tutta la sua lunghezza, con la lingua appiattita, per coprire più superficie possibile, dalle dita al tallone, avanti ed indietro...poi la lingua diviene a punta...rivolge le dita verso di sè ed inizia ad insinuarla tra gli spazi...assorbendone il gusto...e poi un dito alla volta sparisce nella sua bocca, (ri)succhiato...E' contenta, perchè sa che c'è un altro piede: il sinistro attende impaziente lo stesso trattamento...
Mentre ricevo le sue attenzioni...dirigo lo sguardo al pavimento sotto di lei...e noto che c'è una gocciolina: glielo faccio notare...(una brava slave non sporca, mai): immediatamente fa quello per cui è stata addestrata. passa la lingua proprio in quel punto del pavimento...e la goccia sparisce nella sua bocca...
A quel punto le dico : - I calzoni...
Con mani esperte, ma stavolta meno ferme di prima, quasi tremanti, apre gli ultimi due bottoni dei 501, afferra il risvolto alla fine della gamba e me li toglie...
La mia eccitazione è visibile e tangibile...come la sua...ma a questo punto commette un errore...lo afferra alla base per portarselo alla bocca...NO!! NO!!! NOOOOO!!!! NON CI SIAMO!!!!
Sa bene che non deve mai toccarlo con le mani quando vi approccia: e sì che conosce bene le regole (ma forse fa apposta a sbagliare...): ora sa che deve essere punita...
La allontano in modo brusco, la faccio sedere per terra, mi chino su di lei e le infilo la lingua in bocca mentre con la mano mi dirigo al centro del suo piacere, che ormai cola in modo irriverente...ed inizio a massaggiare, a penetrare con le dita il suo paradiso, che me le avvolge di carne e miele....carne e miele...
Sento già che tra poco esploderà...ma non è stata brava...ha sbagliato...per cui quando sento i primi sospiri sostenuti, preludio dell'esplosione, mi ritraggo da lei bruscamente....lasciandola lì.
Le afferro i capelli da dietro la nuca con la sinistra, e con la destra afferro ciò che solo io posso afferrare dall'inizio: la mia mano scorre non tropo veloce ma decisa...ed in poco tempo manifesto il mio piacere.....sul suo viso....
Le lascio i capelli, mi stacco da lei e prendo a vestirmi...lei si ripulisce, usando i suoi slip (conosce anche questa regola): il marito non se ne accorgerà...
Si riveste mentre io fumo guardandola...continua a tenere lo sguardo basso...so che spera che io finisca su di lei quello che ha iniziato...ma non posso...la punizione va somministrata fino in fondo...
Quando ormai è pronta per uscire, le apro la porta e le dico: - ora puoi parlare
Lei esce...si ferma un attimo e dice  : - grazie padrone...
Chiudo la porta dietro di lei e sento il rumore dei suoi tacchi...deciso...che si affievolisce sempre di più...

Nessun commento:

Posta un commento