domenica 12 febbraio 2012

Master e slave: un po' di chiarezza...

Chi si definisce Master solo perchè qualche volta ha messo un collare a qualcuno e lo/la ha fatto/a camminare a 4 zampe, prima di avere un normale rapporto sessuale, sbaglia…

Chi crede che slave significhi annullare la propria identità per divenire un mero oggetto nelle mani del Master sbaglia…

Il rapporto Master/slave va ben oltre rigidi stereotipi di comportamento o definizioni allestite alla buona o mere tecniche sessuali: esso è un rapporto primeramente mentale, di conoscenza reciproca, contatto intimo e totale fiducia, acquisiti nel tempo, sino a stabilire un contatto speciale tra i due individui, che si espleta in un abbandono reciproco ad una situazione esclusiva in cui tutto diviene lecito.

Non esiste alcuna forma di coercizione, nessuna forma di violenza (dato che per violenza si intende qualsiasi comportamento posto in  essere nei confronti di una persona che danneggi o vada contro la sua libertà di pensare o agire): la/lo slave NON E’ costretta/o ad obbedire, ma SCEGLIE di farlo, perchè in questo modo segue la propria natura e può agire liberamente in un contesto che magari fino ad allora aveva dovuto reprimere per questioni di morale comune, per imbarazzo o per sensi di colpa.

Il Master ( o la Mistress ) dal canto suo non è una sorta di aguzzino crudele che vessa la/lo slave per un mero fine di soddisfacimento sessuale, ma una sorta di “padrone della situazione”, che segue la natura della/del devota/o, la/lo asseconda e se ne prende cura, dato che è suo primo interesse mantenere la/lo slave in questo rapporto il più a lungo possibile.

Molti obiettano che sia però un rapporto che, fisicamente parlando, è diretto alla soddisfazione fisica soltanto del Master (Mistress): nulla di più sbagliato!!!…per esperienza personale, ho sempre visto che la soddisfazione mentale e fisica viene spesso raggiunta dalla slave anche senza un diretto intervento fisico da parte del Master…il piacere della slave cresce ed esplode per il fatto che ella soddisfa il piacere del master (ricordo che il cardine di tutto ciò è la mente, non il corpo).

L’argomento più delicato, in questo ambito, rimane quello delle punizioni: la slave che non obbedisce o che comunque non asseconda il master sa che dovrà ricevere una punizione: c’è crudeltà o sadismo in tutto questo? Assolutamente NO: la slave sa che in questa evenienza deve ricevere una punizione…e la desidera… Se il master, dal canto suo, venissse meno a questa regola, sicuramente perderebbe potere agli occhi della slave…ed in poco tempo perderebbe anche la slave definitivamente…garantito!!!

Sicuramente non tutti possono essere Master e non tutte possono essere slave: sono implicati diversi fattori che indirizzano una persona in un ruolo o nell’altro: caratteriali, rapporti con il prossimo, pregressi familiari…ma non è mia intenzione addentrarmi in un discorso psicoanalitico, che esulerebbe dallo scopo di questo post.

A conclusione voglio dire che risulta davvero difficile, per chi sia estraneo a tali esperienze, capire o dare un senso a tutto ciò, ma non è in ogni caso corretto puntare l’indice contro chi è diverso da noi…giudicare è lecito, in quanto proprio dell’essere umano, condannare senza conoscere è sempre e comunque errato.

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